Il percorso dei sedimenti
Partiamo dal fiume Esino per dirigerci alla Marina di Montemarciano e poi giù fino a Porto Sant’Elpidio, passando per l’incredibile spiaggia “artificiale” di San Michele a Sirolo. Un viaggio dal fiume al mare alla scoperta del delicato equilibrio tra questi due elementi naturali, le vulnerabilità che genera e le soluzioni messe in campo dalla Regione Marche per salvaguardare fiumi, ecosistemi e coste.
Fiume o ruscello?
Il percorso travagliato dei sedimenti
E quando piove?
Il ripascimento
Come abbiamo visto, una delle varie soluzioni messe in campo dalla Regione Marche nella parte più a nord della Marina di Montemarciano è una massiccia opera di ripascimento per aumentare la larghezza della spiaggia, che attualmente non esiste più. E da dove si prendono ghiaia e sedimenti? Proprio dal fiume Esino dove sono bloccati a causa dei cambiamenti nel regime idrico: infatti, gli studi effettuati confermano che a livello litologico, granulometrico e morfologico, la ghiaia intrappolata nell’Esino è esattamente la stessa che viene ritrovata ora in piccole quantità nelle zone maggiormente soggette all’erosione.
I rischi per gli ecosistemi fluviali
Soluzioni diverse per aree diverse
Come scegliere in quali aree proporre le diverse soluzioni? Come ci spiega David Piccinini, nei 180 km di costa della Regione Marche sono stati creati 782 transetti (delimitazioni spaziali circoscritte), sui quali annualmente vengono fatti dei rilievi topografici per verificare lo stato di avanzamento o di regressione della linea di battigia. I dati vengono rilevati già dal 2005, e grazie ad essi gli esperti sono in grado di decidere qual è o quali sono gli interventi più corretti da mettere in campo per ogni tratto di costa omogeneo (“unità fisiografica”), tenendo anche conto del pregio naturalistico, ecosistemico e turistico delle varie aree.
Una spiaggia “artificiale”: San Michele a Sirolo
Nel 2009, prima che i dati e gli studi mettessero chiaramente in relazione il surplus di sedimenti bloccati lungo il fiume Esino con il deficit degli stessi sulla costa, è stato fatto un ripascimento di questa spiagga, ormai erosa, prelevando 156.000 metri cubi di ghiaia di origine alluvionale da una cava. Oggi, dopo tanti anni, il mare ha levigato i sedimenti originariamente diversi da un punto di vista litologico e morfologico, rendendo quindi la battigia omogenea. Il ripascimento del 2009 è cosiddetto “strutturale”: ha interessato cioè sia la spiaggia emersa che quella sommersa, per garantire maggiore stabilità anche in vista del fatto che questo lido è uno dei più belli e frequentati della costa marchigiana.
David Piccinini
Porto Sant’Elpidio: le scogliere emerse
per proteggere costa e abitazioni
Ci troviamo ora a Porto Sant’Elpidio, l’ultima tappa del nostro viaggio che, partito dal fiume Esino, ci ha portato alla scoperta delle varie aree della costa Marchigiana con le loro peculiarità e le opere di difesa messe in atto per salvaguardarle. Sant’Elpidio è una zona urbanizzata e di balneazione, e ha quindi bisogno di una soluzione che dissipi quanto più possibile l’energia delle onde. E’ stato quindi deciso di realizzare una batteria di scogliere emerse. Per aumentarne ancora di più l’efficacia, soprattutto in vista degli scenari di aumento del livello medio del mare previsti per i prossimi decenni, si è deciso di tenere questi massi due metri fuori dal livello medio mare. Questo livello, cui mai prima si era giunti, ci fa capire l’entità dei cambiamenti a cui dovremo abituarci ed adattarci e che anche le amministrazioni locali dovranno tenere in considerazione nella pianificazione e progettazione delle opere di difesa della costa.