Una costa da scoprire
A largo della costa un sistema di boe raccoglie dati per l’adattamento.
Il versante adriatico pugliese presenta una fascia costiera eterogenea, le coste a picco sul mare si alternano ai litorali sabbiosi. Spicca tra gli altri il promontorio di Torre Guaceto, caratterizzato da dune ricche di biodiversità e luogo dell’omonima riserva marina. Raggiungiamo le rive per incontrare Viviana Piermattei, oceanografa presso il Centro Euro-Meditteranneo sui Cambiamenti Climatici. Insieme al suo staff stanno preparando l’installazione di una boa equipaggiata con sensori per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle caratteristiche fisiche del mare e sugli ecosistemi costieri.
La riserva di Torre Guaceto
Si staglia contro il cielo la torre aragonese vicereale a base quadrata, costruita durante il regno di Carlo V per la difesa della costa e simbolo della riserva naturale. Torre Guaceto è un’area marina protetta a livello internazionale, in quanto hotspot di biodiversità che racconta la storia naturale della costa pugliese come zona umida. Gli specchi d’acqua tra l’entroterra e la costa, alimentati da sorgenti d’acqua dolce, sono il luogo ideale per i densi canneti dove nidificano gli uccelli marini. Lungo il litorale si alternano dune a ginepri secolari, mentre sotto la superficie dell’acqua troviamo distese di Posidonia e ambienti rocciosi ricoperti di coralligeno, molluschi, ricci e stelle marine.
Nuove temperature ed erosione costiera
Il mare a Torre Guaceto sta cambiando, ci raccontano le autorità che gestiscono la riserva naturale. Le rigogliose praterie marine di Posidonia e le conformazioni coralline sui fondali rocciosi accusano l’aumento della temperatura e la linea di riva si dissolve lentamente con l’aumento del livello del mare. Gli impatti dei cambiamenti climatici su quest’area marina protetta sono complessi. Il consorzio di gestione sta lavorando per definire le vulnerabilità locali, acquisendo importanti informazioni da integrare nella pianificazione futura per aumentare la capacità di risposta degli habitat costieri. I cambiamenti sono lenti, grazie alla maggiore tutela di un ambiente protetto, ma richiedono un attento monitoraggio per prevenire il collasso di importanti processi ecologici.
Osservare i cambiamenti
Le aree marino-costiere sono territori di grande cambiamento, parametri fisici come la salinità, la temperatura e la torbidità dell’acqua influenzano direttamente la vita della flora e della fauna ittica locale. Soffia una brezza leggera sulla costa pugliese mentre osserviamo Viviana Piermattei e il suo team assicurare i sensori sulla boa pronta per il rilascio. La piattaforma, equipaggiata con un pannello fotovoltaico, favorirà la raccolta e l’utilizzo integrato dei dati oceanografici per la modellistica. Grazie alla fruttuosa collaborazione tra i ricercatori e il consorzio di gestione del parco sarà ora possibile monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi di Torre Guaceto.
Boe in rete
Mentre terminano gli ultimi preparativi, Viviana Piermattei ci racconta come raccogliere dati sui cambiamenti in corso può essere un’operazione estremamente costosa. Per questo i ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici hanno deciso di dare una nuova vita alle boe che segnalano il confine dell’area protetta in mare. Le boe vengono attrezzate con un sistema di sensori e strumentazione che raccoglie dati sulla qualità delle acque marine. Si crea così una rete distribuita di punti di acquisizione collegati a un sistema unico a terra, in pratica un Internet of Things oceanografico. La trasmissione dei dati avviene a basso costo grazie al riutilizzo delle piattaforme preesistenti, in un’ottica circolare. Un esempio virtuoso tra i sistemi di monitoraggio per l’adattamento nel mare Adriatico.
Sistemi di allerta e previsione
Le onde si infrangono sulla costa con una forza sempre maggiore portando via parte delle dune naturali. Il mare avanza lentamente e l’erosione costiera aumenta. Le boe sono sentinelle del cambiamento. L’acquisizione dei dati ha una duplice funzione, quella di monitorare i cambiamenti a lungo termine e quella di allertare il gestore di anomalie ambientali momentanee. I dati in tempo reale permettono di verificare l’occorrenza di fenomeni estremi che possono causare danni ai sistemi naturali e umani. Informazioni riguardo al comportamento del mare in queste occasioni sono importanti per i sistemi di allerta rapidi e la gestione delle emergenze. I dati a lungo termine possono invece essere utilizzati per consolidare i modelli climatici che descrivono l’evoluzione della linea di costa nel tempo. Entrambe le tipologie di dati contribuiranno a una efficace gestione integrata degli ambienti costieri.
Il futuro degli ecosistemi marini
Mentre la boa viene agganciata al gommone che la trainerà nel punto prestabilito per la messa in funzione, Viviana Piermattei sottolinea come i dati raccolti saranno di fondamentale importanza per la salvaguardia degli ecosistemi marini nella riserva di Torre Guaceto. I fondali rocciosi e la verdeggiante flora ospitano specie protette e forniscono servizi ecosistemici preziosi. I processi ecologici sono sensibili alle variazioni dei parametri di qualità dell’acqua, come la temperatura, la salinità e la torbidità. Acquisire consapevolezza dei cambiamenti in atto consente di proteggere e conservare gli ecosistemi marini.
Un laboratorio per l’adattamento
Grazie alla collaborazione tra enti amministrativi e ricerca, la rete di boe raccoglierà informazioni sulle condizioni meteo-climatiche degli ambienti marino-costieri nella riserva di Torre Guaceto. Questo sistema integrato di monitoraggio innovativo riutilizza infrastrutture esistenti riducendo gli impatti delle osservazioni scientifiche. Le aree marine protette sono laboratori unici per la sperimentazione di nuove tecnologie e politiche per l’adattamento in tutto il bacino Adriatico. Queste aree possono diventare luoghi di dialogo per interagire con i cittadini, i produttori, gli studenti e le comunità locali e creare un percorso condiviso.